Il sogno di ritrovare l’antico basolato militare fu concepito da due amici, originari di Castel dell’Alpi, Cesare Agostini e Franco Santi, appassionati di storia e tenaci sostenitori delle loro intuizioni, derivanti da leggende che avevano sentito raccontare dai loro “vecchi” sul fatto che, lassù sul monte (ma nessuno sapeva dove), passava una strada romana.
Cesare Agostini
- Nato il: 20 luglio 1937
- Professione: Avvocato d’azienda in pensione, archeologo per provvidenza
- Libro preferito: Storia di Roma di Tito Livio
- Citazione preferita: ciò che il buon senso e l’esperienza insegnano, deve essere anteposto a qualsiasi principio teorico, ancorché appaia assai fondato…
Nato a Bologna il 20 luglio 1937, si è laureato in Giurisprudenza presso quella Università. Dopo aver esercitato per alcuni anni la libera professione, ha ricoperto l’incarico di dirigente dell’ufficio legale di un Ente pubblico bolognese per circa 30 anni, e cioè fino al dicembre 1995, momento in cui è andato in pensione. Appassionato di archeologia e dello studio della storia romana, ha rivolto i suoi interessi soprattutto all’approfondimento degli aspetti della viabilità romana, sia dal punto di vista della tecnica di costruzione, che degli itinerari sul territorio italiano. Queste sue conoscenze hanno contribuito a suscitare in lui il particolare interesse di iniziare, con l’amico Franco Santi, quelle ricerche che hanno portato poi alla scoperta della prima transappenninica costruita dai Romani fra Bologna ed Arezzo nel 187 a. C. attraverso il Passo della Futa. Altra determinante circostanza, che ha concorso alla realizzazione di questa scoperta, si deve al fatto che la famiglia di Cesare Agostini è originaria da secoli del paese di Castel dell’Alpi (che si trova sull’Appennino tosco-emiliano in prossimità del Passo della Futa.) Fin da giovane ha trascorso le sue vacanze estive in quella località, nella casa paterna. Numerose volte ha effettuato escursioni nei folti boschi che coprono il valico appenninico ed ha quindi conosciuto capillarmente quei luoghi ancora oggi selvaggi e disabitati, ove poi, assieme a Franco Santi, ha circoscritto le ricerche della strada romana scomparsa da oltre 1500 anni.
Franco Santi
- Nato il: 29 settembre 1930
- Professione: Artigiano, archeologo per provvidenza.
- Libro preferito: Storia di Roma di Tito Livio
- Citazione preferita: chi cerca trova!
Nato a Castel dell’Alpi, frazione del Comune di San Benedetto Val di Sambro (Bologna) il 29.09.1930 da famiglia di muratori e scalpellini, dai quali ha appreso e proseguito il mestiere. Interessato alla conoscenza della storia locale ed alla natura del luogo natio, fin dalla sua giovinezza ha esplorato quelle montagne dell’alto Appennino tosco-emiliano, dove ha vissuto gran parte della sua vita, conoscendone tutti i segreti. Esercitando il lavoro di scalpellino si è specializzato nell’estrazione della pietra arenaria locale che, dopo averla scolpita ed opportunamente sagomata, ha utilizzato per la costruzione dei caminetti a legna. Nello svolgimento di questo lavoro, che lo metteva in contatto con pietre di varia natura, si è appassionato allo studio della geologia locale e della mineralogia in generale. Sarà in una di queste cave di arenaria, alle pendici del monte Bastione, che troverà, nel fondo di una fenditura naturale, una moneta romana risalente al IV-III secolo a. C.. Questo fortuito rinvenimento lo ha indotto a intraprendere, con l’amico Cesare Agostini, una meticolosa ricerca della viabilità romana e medievale su quell’Appennino tosco-emiliano, a nord ed a sud del Passo della Futa, a lui tanto famigliare; ricerca che porterà alla scoperta di numerosi tratti di basolato della dimenticata strada romana Bologna-Arezzo.